martedì 5 settembre 2023

Poesia

 Apri adagio il palmo della tua mano

vi troverai il trepido addio della mia solitudine: due occhi di pietra che piangono il buio

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Fra le mie palme languivo fiore di malinconia Io vivo nella notte che non sa finire Lontano I treni mi porteranno là dove la sera uscirai tu, tra poco , ancora un poco... Mi adagio frastornata sul cuscino della tua voce serena Mi comprimo di silenzio Vorrei custodirti in una cripta di sole Ogni tuo respiro regala al mio cuore attimi di eternità

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Come azzurro d' incanto tra nubi che si lasciano,

come rosso di rosa sulla grigia zolla,

come canto d' usignolo nei silenzi della notte,

come profumo di prato tra i cementi cittadini,

come gesto d' amore,

come vento di primavera tra rovi inariditi,

ti penso, ti vedo ... ti amo





sabato 11 febbraio 2023

C'è ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell'errore.

 
Questa è una canzone ("La citta vecchia") che risale al 1962, dove dimostro di avere sempre avuto, sia da giovane che da anziano, pochissime idee ma in compenso fisse. Nel senso che in questa canzone esprimo quello che ho sempre pensato: che ci sia ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell'errore. Anche perché non sono ancora riuscito a capire bene, malgrado i miei cinquantotto anni, cosa esattamente sia la virtù e cosa esattamente sia l'errore, perché basta spostarci di latitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa. Non parliamo poi dello spostarci nel tempo: c'erano morali, nel Medioevo, nel Rinascimento, che oggi non sono più assolutamente riconosciute. Oggi noi ci lamentiamo: vedo che c'è un gran tormento sulla perdita dei valori. Bisogna aspettare di storicizzarli. Io penso che non è che i giovani d'oggi non abbiano valori; hanno sicuramente dei valori che noi non siamo ancora riusciti a capir bene, perché siamo troppo affezionati ai nostri.


De Andre